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comunicato stampa
Divisione della Provincia: Maroni, la politica torni a dialogare

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Si torna a parlare, con toni veramente preoccupanti, della divisione della Provincia di Ascoli Piceno da quella di Fermo e, parallelamente, si registra una ripresa della discussione in sede politica.
Ricordo che neppure un anno fa si voleva far passare quel tema come mero adempimento tecnico ed invece io ritenevo, insieme al partito e al gruppo consiliare, che esso avrebbe condizionato pesantemente il processo di divisione tra i due enti. Il dissidio fu all’origine delle mie dimissioni da Assessore e dunque sento oggi il dovere di ribadire due concetti espressi allora.

Dissi, e ripeto oggi, che deve essere la politica a guidare i processi. E’ sul tavolo della politica che deve essere affrontato il nodo delle valutazioni del patrimonio perché solo così è possibile evitare l’avvio di azioni giudiziarie che paralizzerebbero l’attività di entrambi gli enti. Affidarsi in toto a valutazioni prettamente ragionieristiche in situazioni così inedite e delicate, non porta mai a buoni risultati. Quello che sta accadendo in questi giorni, purtroppo, lo conferma.

Fummo facili profeti lanciando l’allarme anche sulla divisione del personale: leggo ora della posizione assunta dal Segretario generale della Provincia di Fermo, preoccupato dei profili di legittimità degli accordi o delle vie seguite per conseguirli. Mentre sembra non vi sia l’ombra delle risorse da corrispondere ai dipendenti disposti a trasferirsi da Ascoli a Fermo.

In sintesi, questo è il quadro: accordi sindacali impossibili da rispettare, divisione del patrimonio contestata e a rischio di apertura di contenziosi, bilanci delle due Province ridotti all’osso, con margini di manovra sulle politiche più qualificanti di una Provincia praticamente inesistenti. Ribadisco che non c’è altra via di uscita da una situazione tanto difficile: solo il buon senso degli amministratori, di Giunta in primis ma con il supporto che potrà arrivare dai gruppi consiliari, può aiutare a riscoprire le ragioni dell’intesa, equa e giusta, di una ripartizione economica che non può chiedere sacrifici a nessuno.

Usciamo dunque dai tatticismi, iniziamo ad agire con concretezza, guardiamo ai problemi concreti a viso aperto, confrontiamoci con franchezza anche con le amministrazioni comunali che rischiano di pagare anch’esse pesanti conseguenze per una situazione tanto difficile.