Pigliapoco: quale potrebbe essere il nuovo futuro per Montemonaco?

giuseppe pigliapoco 5' di lettura 13/05/2010 - Nella vita sono capitati a tutti dei momenti bui ma quando si accumulano anche le arrabbiature senza fine ,non puoi non sentire il bisogno frenetico di scappare e di fermarti da qualche parte.

Molti anni fa , preso dagli spasmi e non sapendo più a chi santo votarmi, pensai di andare in montagna e di recarmi sul monte della Sibilla per trovare un po di pace. In sella alla mia Moto Honda 500 Custom (anno 1982 oggi un pezzo raro in vendita...) mi avviai e giunto a Montemonaco, domandai dove era la Sibilla ed il Monte della Sibilla e la risposta fu: “ Ma che Sibilla cerchi..lassù è tutto franato e con la moto dove pensi di arrivare...” . Fu così che per la prima volta misi piede in terra di Montemonaco, pranzai e poi distesi con la mia donna (ragazza) una coperta sotto una grande quercia che dal parco domina il paese: capii subito che lì avrei potuto dimenticare i miei problemi, riposare e ritornare a casa sereno.

Trascorrono degli anni; poiché gli scrafoni impertinenti e fastidiosi non finiscono mai ,l'unica salvezza è stata ancora una volta Montemonaco per un vero e proprio soggiorno lontano da tutti e dai rumori. Iniziano, come sempre avviene, le amicizie e le conoscenze con i residenti e, da subito , mi si domanda come poter risollevare le sorti di un Comune e come poter pensare al futuro di quel paese : “ Sa...qui alle elezioni vincono sempre i cacciatori come se la caccia potrà essere il nostro futuro e la nostra unica fonte di sostentamento”. Immaginarsi , sulle prime pensai che era una domanda connessa con una questione o di niente o da mille dollari; chi mai lo poteva sapere. Presi del tempo.

La mattina successiva, di buon ora (per le vacanze), mi incamminai verso il parco e, salendo, entrai nell'atrio del palazzo Comunale e mi domandai che cosa avessi fatto io se fossi stato il Sindaco di Montemonaco; prosegii per il parco e mi distesi all'ombra della solita grande quercia con una pagliuzza in bocca ed il cappello sul viso alla Terence Hill. Ho immaginato il bilancio di quel Comune ed ho visualizzato in mente il territorio e l'abitato: niente di niente. Ma riminiscenze filosofiche mi suggerirono subito che in questi casi bisognasse partire dai numeri primi e quali potevano essere i numeri primi di quel paese se non le tradizioni, l'acqua...forse l'aria? Ben poco. Scendendo dal parco noto la presenza di un albergo chiuso e sprangato e associo ciò con la notizia che mi era giunta all'orecchio della presenza in passato di altri alberghi. Il mio pensiero è andato subito ad un simpatico e loquace vecchietto il quale mi aveva detto che lui era solito, da circa 50 anni , rifugiarsi al verde e al clima di Montemonaco per motivi di salute.

Questi , spalleggiato da altro suo coetaneo altrettanto arzillo, mi diede subito una risposta secca : “Sa, soffro sin da giovane di problemi respiratori...“ e di lì il racconto di una sua lunga storia clinica fortunatamente interrotta dall'altro : “Dottore..una volta ce lo ordinavano i medici di trascorrere delle settimane a Montemonaco anche per chi aveva problemi di stanchezza mentale...“ Voleva dire stress, ma questo termine a lui ovviamente non era familiare.

Avevo così capito quali erano i numeri primi e non sgaliavo, che avrebbero potuto dare incipit ad un nuovo futuro per Montemonaco: Montemonaco è stata e poteva ancora essere una stazione climatica per la cura di problemi respiratori ed anche di natura psichica. L'aria della Sibilla, il silenzio, il verde dal colore intenso e dai moltepolici profumi e l'acqua che sgorga pura e fresca dai Sibillini e dal Monte Vettore non potevano che fare la differenza Immaginiamo gli anni ormai lontani in cui vi erano epidemie di tubercolosi o comunque le allora allarmanti malattie respiratorie e tutte le altre patologie secondarie; se qualcosa si fosse potuto fare c'era anche l'aria di Montemonaco. Per quelli più abbienti e fortunati c'erano anche alcune località Alpine. Penso anche ai problemi di riparazione ossea da eventi traumatici che avrebbero potuto trovare qualche rimedio dalla frescura in contrasto con i raggi solari intensi nel clima secco dei mille metri di altitudine a ridosso dei monti.

Il programma elettorale era ideato non restava che concretizzarlo con persone disponibili e dotati di adeguate capacità che non sarebbero assolutamente mancate. Già pensavo ai ragazzi, che sono molto preparati e pieni di acume e fantasia aderenti alla Pro Loco, che sarebbero stati molto utili per delle ricerche presso l'archivio Comunale e nelle varie biblioteche della Provincia di Ascoli Piceno o nelle biblioteche assai fornite dei vari Ordini Religiosi, ove normalmente sono depositati importanti documenti storici, al fine di ritrovare in quelle carte la memoria storica di Montemonaco e quindi un sostegno ineludibile e credibile al progetto.

Fin qui il mio report. Ma come dice la Gabbanelli: “come è andata poi a finire? “Alle elezioni hanno nuovamente vinto i cacciatori. Ma benedetto Iddio, coraggio, adesso non si faccia come in Parlamento: unite le forze e le idee e non poniamoci limiti.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 13-05-2010 alle 19:40 sul giornale del 14 maggio 2010 - 1067 letture

In questo articolo si parla di politica, macerata, giuseppe pigliapoco, montemonaco





logoEV
logoEV