comunicato stampa
Api: 'Le dis...pari opportunità della giunta Celani'

Nel recente passato, il Presidente Celani ha tacciato l’opposizione di ricercare solo visibilità sull’argomento sollevato, cioè l’assenza del sesso femminile in Giunta, anche a seguito della sentenza del TAR Lazio, che aveva azzerato quella del Comune di Roma.
Le motivazioni addotte a giustificazione della sua scelta: la mancata previsione statutaria, l’assenza di donne nel Consiglio Provinciale degli eletti e, cosa ancor più grave, rimbalzando la responsabilità di fatto sul sesso femminile, che a suo dire preferirebbe occuparsi più dei problemi familiari e non di politica ( su tale dichiarazione, ancora ad oggi, risultano oltretutto incomprensibili il silenzio e l’inerzia della Commissione Provinciale per le pari opportunità). Ciò stante, ho già avuto modo di argomentare che alla mancata previsione statutaria in positivo, non ne segue specifica in negativo, anzi leggendo attentamente lo Statuto (art.5, comma 2, lett.a) la Provincia dovrebbe fondare la propria azione, tra l’altro, promuovendo le pari opportunità e rimuovendo gli ostacoli che di fatto ne impediscono la realizzazione. C’è di più!!! Al punto 6.4 (Le pari opportunità) delle Linee programmatiche di mandato del Presidente Celani si legge espressamente”Le pari opportunità, oltre che rappresentare un fondamentale diritto, saranno oggetto di un’incisiva azione di politica volta a promuovere la presenza diffusa delle donne nelle sedi decisionali”. Da quanto sopra risulta quindi evidente la vera e propria scelta politica, tra l’altro perseguita con pervicace ostinazione, visto il doppio mandato in qualità di Sindaco del Comune Capoluogo e nonostante lo Statuto Comunale (art. 41-Titolo II) prevedesse esplicitamente: “Il Sindaco nel nominare gli Assessori tiene conto di quanto dispongono le leggi per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle Amministrazioni Pubbliche”.
A questo bisogna aggiungere il mancato rispetto del combinato disposto degli artt. 51 (parità tra i sessi alle cariche elettive) e 3 (principi di uguaglianza tra i sessi) della Costituzione ed anche la previsione legislativa dell’art. 6 del T.U.E.L. (D.Lgs. 267/00) che al comma 3 perentoriamente recita: “Gli Statuti comunali e provinciali stabiliscono norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna ai sensi della L.125/91, e per promuovere la presenza di entrambi i sessi nelle Giunte e negli organi collegiali del Comune e della Provincia”. Quale circostanza aggravante è giunta poi il 30 settembre scorso un’ulteriore ordinanza (n.676) del TAR Puglia, che ha sospeso l’efficacia dei decreti sindacali di nomina degli Assessori componenti la Giunta Comunale di Lecce, poiché non risulta garantita la presenza di almeno un componente il sesso femminile. In proposito, quindi, tengo a dire che ha fatto bene l’opposizione consiliare a sollevare il problema e a presentare prima una mozione (luglio 2011) da discutere ed eventualmente approvare in Consiglio, mettendo fine così alla condizione di “fuorilegge” dell’Amministrazione Provinciale, anche se la maggioranza sembra voler allungare i tempi. Quale extrema ratio per l’opposizione, in caso di perdurante contrasto con le norme di rango costituzionale e con la legislazione vigente, non rimarrebbe che un’unica via, il ricorso al TAR Marche, al quale aderirebbero anche le donne e gli uomini di Alleanza per l’Italia.

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