False vendite di cellulari per gonfiare i crediti Iva, la Ctp di Ascoli dà ragione all’Agenzia

L’espediente delle false fatture – A dare l’innesco alle indagini alcune anomalie gestionali riscontrate nei confronti della principale società destinataria delle false fatture, ma anche la mancanza di “logica economica” negli scambi commerciali. Gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate hanno ricostruito analiticamente il reale volume di affari dei soggetti coinvolti nella frode e accertato l’esistenza di una società “cartiera” costituita al solo scopo di interporsi negli scambi commerciali di telefonini tra più soggetti per generare detrazioni Iva non spettanti. Da queste detrazioni maturavano crediti a favore di acquirenti compiacenti, non riconosciuti dall’Amministrazione finanziaria.
La sentenza – La Commissione tributaria provinciale di Ascoli Piceno, chiamata in causa dalla società ascolana, ha avallato la ricostruzione della frode fornita dall’Agenzia delle Entrate. In particolare la mancanza di ricarico nei diversi passaggi di merce, l’assenza di movimentazione fisica dei prodotti e le comunicazioni d’intento che attestavano lo status di esportatore abituale in mancanza dei presupposti di legge hanno rappresentato il corredo probatorio a sostegno della non effettività delle transazioni commerciali.
“Questa sentenza dei giudici di primo grado di Ascoli Piceno - commenta il Direttore regionale Giovanna Alessio - costituisce un’ulteriore conferma della qualità del lavoro svolto dagli uffici e, nel complesso, degli importanti risultati che l’Agenzia delle Entrate delle Marche sta conseguendo nella prevenzione e contrasto non solo alle più comuni forme di evasione ma anche a quelle più complesse e sofisticate che necessitano di un’analisi più accurata con indagini ad ampio raggio”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 01-02-2012 alle 17:54 sul giornale del 02 febbraio 2012 - 818 letture
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