Haemonetics, martedì 20 maggio udienza decisiva in tribunale sul sequestro cautelativo dei macchinari

Ci sono fatti straordinari che consentono la emanazione di una nuova e diversa sentenza giudiziale sulla richiesta di 67 lavoratori di sequestro cautelativo dei macchinari; ci sono solidi fondamenti giuridici a sostegno del blocco dei macchinari ed a garanzia dei crediti complessivi vantati dai lavoratori.
Sindacalmente, territorialmente, per il lavoro e l’occupazione, il cuore del problema è che i macchinari della Haemonetics rimangano dentro la fabbrica in Ascoli Piceno.
Se i macchinari, questi stupendi macchinari, autentici prototipi e tenuti costantemente in eccellenza, vengono portati via l’azienda è morta ed addio a lavoro ed occupazione.
E’ in corso la madre di tutte le battaglie; sindacale, territoriale, occupazionale.
C’è molto allarme tra le maestranze; l’ultima comunicazione della Haemonetics, datata 7 maggio 2014 “al momento non è presente alcun contatto né è pendente alcuna manifestazione di interesse relativa allo stabilimento di Ascoli Piceno” non lascia presagire alcunché di buono; ed i container che sono entrati in azienda portando via merce stoccata? Macchinari, sono , oggi come oggi, il preludio di un blitz che la Haemonetics si prepara a fare per portare i macchinari in Malaysia; dove in settembre deve entrare in operatività la nuova fabbrica della multinazionale americana progettata in contemporanea alla comunicazione di chiusura dello stabilimento di Ascoli Piceno.
I lavoratori ed il territorio non possono lasciarsi saccheggiare un bene prezioso, come i macchinari, senza resistere, resistere, resistere.
Difenderemo fino in fondo la permanenza dei macchinari Haemonetics in Ascoli Piceno; lì abbiamo piantato la spada del lavoro e dell’occupazione.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-05-2014 alle 11:07 sul giornale del 16 maggio 2014 - 849 letture
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