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intervista
Vivere Picchio: Giancarlo Cavaliere, l'imitazione di Sonetti e l'amore infinito per l'Ascoli

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Giancarlo Cavaliere è uno di quei giocatori che nel Piceno ha lasciato il segno. Centrocampista classe 1969, ha collezionato in bianconero 169 presenze, gonfiando la rete 9 volte. Leader in campo e nello spogliatoio, ha scritto pagine importanti della storia del Picchio.

Giancarlo, scorrendo il tuo profilo Facebook, non si può di certo dire che tu non sia rimasto legato ad Ascoli… In tutta onestà Ascoli mi ha dato tanto, tantissimo direi! Ho vissuto 6 meravigliosi anni con persone straordinarie che mi hanno regalato emozioni forti, vere, indescrivibili! Un affetto così grande non l'avrei trovato in nessun'altra piazza! Ho amato e amo tutt'ora Ascoli e gli ascolani per un semplice ma importante motivo: l'ascolano è doc di prima scelta! L'ascolano per me è vero! Ecco perchè amo tutto di Ascoli e mi rivedo in tutti quanti voi! E poi le olive ascolane mmm... mamma mia quanto mi mancano!

Semifinale Coppa Anglo-Italiana, gara di ritorno. Con una super prestazione, Cavaliere contribuì a regalare all’Ascoli la vittoria sull’Ancona, convinta di approdare in finale. Cosa ricordi di quel giorno? La semifinale vinta in casa dell'Ancona è indimenticabile! La foto del mio profilo Facebook, in cui mi sto vestendo negli spogliatoi, è proprio dopo quella memorabile partita! La mia espressione è di vero godimento! Si, devo ammettere senza passare da presuntuoso che quella partita la giocai divinamente, feci due-tre colpi non male e due assit goal per il mitico Beppe Incocciati! Momenti che non dimenticherò mai! Ricordo tutti i tifosi ascolani gioire dopo il triplice fischio... che soddisfazione quella sera!

Una squalifica ti impedì di giocare la gara di Wembley contro il Notts County. Quanto fu dura non poter scendere in campo in un match così importante? Esattamente, fu la finale che non giocai. Comunque al di là di tutto questo, ricordo benissimo quel periodo. Non andavo per niente d'accordo con Bigon, o perlomeno lui non mi vedeva proprio... Non fu un bel periodo per me ma nonostante tutto mi allenavo sempre con grande impegno e da professionista in tutto e per tutto pur di farmi notare dal mister, ma niente da fare, gli stavo proprio antipatico (ride). Per farla breve in Inghilterra non partii e con una scusa dissi ad un dirigente che non stavo bene, quindi rimasi ad Ascoli volutamente perché non ci sopportavamo molto! Ascoltai la cronaca della partita da una radio locale e proprio in quel momento che capii di aver fatto la scelta sbagliata... avrei dovuto essereinsieme ai miei compagni per tifare da più vicino, invece il pessimo rapporto con Bigon mi fece fare una scelta sbagliata di cui ancora oggi me ne dispiaccio. Comunque l'Ascoli in quella competizione fu straordinario, peccato l'esito finale!

10 gennaio 1993, Cesena-Ascoli 1-2. Un match che sembrava ormai destinato al pareggio fu risolto all’ultimo secondo da una grandiosa rete di Cavaliere. Ci racconti la dinamica del gol e la pazzesca esultanza? La partita di Cesena fu una botta di adrenalina incredibile! Quel goal all'ultimo secondo, all'ultimo respiro, mi fece gioire cosi tanto che ancora adesso ho tutto nitido nella mia testa! Calcio d'angolo battuto da Zaini, un calcio d'angolo mai battuto in quel modo... Poteva sembrare uno schema, ma non lo era affatto! Lo definirei il calcio d'angolo della disperazione! Prendemmo iniziativa insieme: Pietro mi vide fuori dall'area, ci fu un cenno d' intesa, ci parlammo con lo sguardo... Poi arrivò quella palla perfetta che chiedeva solo di essere spinta in rete! Sinceramente in quel preciso istante ho agito d'istinto! Soltanto senza ragionare si poteva agire in quel modo ed io l'ho fatto! Un gran bel goal direi... Comunque in tutta onestà quella partita la giocai malissimo, il peggiore in campo! Infatti pensavo che mister Cacciatori mi togliesse da un momento all'altro, invece... il destino ha voluto altro!

Si narra che fossi patito per le imitazioni e che Nedo Sonetti fosse la tua vittima preferita… Si, effettivamente imitavo un pò tutti! Nedo Sonetti era il mio preferito! Ma anche Angelo Orazi e Massimo Cacciatori mi piaceva imitare eh! A dirla tutta anche Colautti... Insomma, tutti (ride), De Sisti, ecc. ecc. Ma non è tutto: un giorno in ritiro a Porto San Giorgio dopo cena ci alzammo dalla tavola tutti e nel corridoio che portava alle camere c'era un pianoforte... io lo suonavo ogni tanto, come la chitarra, e tutti i ragazzi si misero d'accordo per farmi uno scherzo! Fecero nascondere Sonetti dietro ad una colonna e poi mi chiesero d'imitarlo! Io come un cretino ci cascai in pieno! Mentre imitavo Sonetti e lo prendevo un pò in giro me lo sono visto arrivare di corsa contro... Ci fu una risata generale ed io scappai! Sonetti... un grande uomo!

Ce lo racconti un aneddoto legato al Presidente Costantino Rozzi? Parlare di Rozzi per me è sempre toccante, emozionante, forte! Io nell'Ascoli ci ho giocato per ben 6 anni e sono stati, tra sconfitte e vittorie, anni importanti della mia vita non solo calcistica, ma anche umana! Ti posso assicurare che tutte le volte che arrivava il Presidente in ritiro io ero sempre in imbarazzo, agitato, come a scuola quando speri che il maestro non ti chieda nulla! Rozzi era così famoso per tutti che quando me lo vedevo ad un centimetro da me, sembrava fosse quasi tutto così irreale! Per me incontrare Rozzi era un'emozione continua, lo dico sul serio! Di lui mi ricordo il giorno che portò tutta la squadra nella sua azienda vinicola e ci spiegò passo dopo passo tutto il funzionamento di ogni singola macchina! Un fenomeno direi, ne parlava con così tanto entusiasmo! E poi quando morì ricordo che all'uscita dalla chiesa noi giocatori portammo a spalla il Presidente Rozzi... Lungo il tragitto di tanto in tanto tra noi giocatori ci davamo il turno per trasportare la sua bara di rozzi... io invece non lo lasciai mai! Il pomeriggio andammo ad allenarci ma l'atmosfera era pessima, una tristezza infinita da parte di tutti, facemmo una sgambata e tutti a casa... In sintesi, grazie di tutto inimitabile Presidente!

Troglio, Bierhoff, Casagrande, Mirabelli. Qual è il compagno di squadra che ti ha impressionato di più negli anni in bianconero? Direi che Casagrande aveva più colpi di tutti, di sicuro il giocatore più tecnico! Le sue giocate facevano divertire, un piccolo fuoriclasse che però aveva un solo vizio: voleva sempre la palla, giustamente direi! Troglio invece, secondo me ovviamente, era un giocatore che garantiva sempre il 6 in pagella, anzi direi dal 6 in su. Un motorino, correva sempre, giocatore di carattere e di grande spessore umano. Fuori dal campo poi era troppo divertente! Bierhoff il primo anno fu contestato da tutta Ascoli ed anche da me (ride)! Mi chiedevo come potesse giocare uno con quei piedi là, un tedesco dato in prestito dall'Inter, assurdo! Invece poi gli ultimi mesi di quel disastroso anno per lui, iniziò a segnare valanghe di goal e anche di pregevole fattura e da quel momento in poi non smise piu! Il periodo in cui veniva contestato da tutti quanti me lo ricordo benissimo: ci stavamo allenando al Del Duca e dei tifosi urlavano contro Oliver. Si correva intorno al campo in gruppo e lui da vero tedesco disse ad alta voce per farlo sentire a tutti noi "Tanto un giorno staranno tutti zitti!" E così fu! Oliver, persona semplice e buona! Mirabelli fece quasi lo stesso percorso di Oliver, iniziò malissimo e poi conquistò i tifosi a suon di goal, ma tra tutti è quello che fuori dal campo frequentavo pochissimo! In sintesi: Casagrande il più tecnico, Troglio il più redditizio, Bierhoff il più concreto, Mirabelli il più cinico!

Che rapporto avevi con gli ultras bianconeri? Con i tifosi ascolani ho avuto un rapporto straordinario! Penso che rimanere 6 anni in una società non sia per niente facile! La società mi ha sempre confermato la fiducia per tenermi stretto a loro, forse il merito era anche un po' il mio... Ma se i tifosi non mi avessero amato così tanto come mi dimostrano anche oggi attraverso Facebook, non credo che sarei rimasto a lungo ad Ascoli! Spesso sono i tifosi a decidere le sorti di uno o l'altro giocatore, ma non è stato il mio caso! L'affetto ed il legame con i supporter dell'Ascoli è nato da subito, da quel ritiro a Belluno con mister Bersellini, mi diedero fiducia immediata!

Siamo arrivati ai saluti. Cosa vuoi dire ai sostenitori bianconeri? Ai sostenitori ascolani e a tutti quelli che amano Ascoli città e Ascoli Calcio non posso consigliare proprio nulla! Il tifoso ascolano sa soffrire, gioire e capire quando è ora di stringere i denti! Questo è un periodo tosto ma l'ascolano lo sa, lo sa per una semplice ragione: il tifoso ascolano è umile e sa aspettare! La serie A dovrà x forza tornare perché il pubblico di Ascoli merita palcoscenici importanti e di prima scelta! Vi abbraccio tutti con grande affetto, per sempre nel mio cuore!

Vivere Picchio’: le emozioni bianconere, raccontate da chi ha le ha vissute!

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