CasaPound attacca D'Erasmo: 'Nulla da dire sui bombardamenti anglo-americani contro Ascoli e San Benedetto?'

2' di lettura 30/04/2015 - “Appreso dalla stampa il conferimento dell'incarico di rappresentanza della Provincia nel giudizio risarcitorio contro la Repubblica Federale di Germania per i danni di guerra del secondo conflitto mondiale da parte del Presidente della Provincia tramite decreto, ci chiediamo, se esistano morti di serie A e morti di serie B” così in una nota congiunta le comunità di CasaPound di Ascoli e San Benedetto del Tronto attaccano Paolo D'Erasmo.


Nessun accenno da parte del Presidente ai crimini di guerra 'alleati' – continua la nota – e agli oltre cento bombardamenti anglo-americani aerei e navali, che la città di San Benedetto in particolare, ha subito fin dall'8 Settembre 1943 per la sua particolare importanza strategico-navale. I più sanguinosi del 15 Marzo 1944 e 27 Novembre 1943 provocarono decine e decine di vittime civili e danni ingenti. Si calcola che oltre il 50% delle abitazioni fu lesionato e 700 famiglie rimasero senza casa. Nella sole campagne di Acquaviva trovarono rifugio 4200 persone come ricorda una recente targa affissa dal Comune su una scuola. Senza tralasciare i frequenti smitragliamenti sulla spiaggia che provocarono altre incolpevoli vittime.
Anche Ascoli Piceno, nonostante lo status di rilevante città d'arte che la preservò da bombardamenti distruttivi - prosegue la nota – pagò il suo tributo di sangue innocente. Il 31 Gennaio 1944 dagli Spitfire Inglesi partì una cieca pioggia di fuoco che fece esplodere una corriera in zona Campolungo. Fu una carneficina. In 19 persero la vita, tutti civili, tra cui donne e adolescenti. Dopo 71 anni non c'è una targa, una pianta, un fiore che ricordi l'accaduto.

Per questi crimini nessuno ha mai chiesto scusa o ha ammesso le proprie evidenti colpe – conclude la nota – nessuna istituzione ha pensato di chiedere il conto ai governi di Londra e Washington. Probabilmente per i nostri rappresentanti istituzionali queste vittime non meritano lo stesso rispetto riservato ad altri caduti e non ci sono stati danni fisici e morali da questi comportamenti. Sapevamo da tempo che la storia la scrivono i vincitori, ma ci saremmo aspettati che non tutto venisse perdonato in nome della vittoria militare, specialmente quando si parla di sangue versato da innocenti.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-04-2015 alle 19:38 sul giornale del 02 maggio 2015 - 1171 letture

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