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L'Ascolanetto fuori sede - Bologna Edition

3' di lettura 1923

Secondo appuntamento alla scoperta dell'ascolano universitario fuori sede!

L’ASCOLANETTO FUORI SEDE. BOLOGNA EDITION.

Scegliere il capoluogo emiliano non è una semplice preferenza universitaria, ma abbracciare uno stile, un pensiero, un’idea (e non si parla di politica!) che risplende nell’animo di ogni giovane e speranzoso ascolano. Un sognatore con il cinematografico brillio negli occhi che approda dalla provincia alla grande città, valigia e rivoluzione nella testa: questa è l’immagine poetica del liceale piceno in terra bolognese.

Il giorno di partenza non è fisso, e il nostro ascolanetto, futuro bolognese, deve recarsi in stazione a San Benedetto (non c'è Ascoli?!), pronto ad affidarsi nelle mani di Trenitalia per raggiungere la sua nuova sede universitaria. Arrivate tra i 24 binari della centrale di Bologna, le parti si dividono tra il vero centro, quindi Zamboni, Mascarella, Belle Arti o Pratello, e chi invece ha scelto Saragozza o qualche via più tranquilla.

Che tu faccia lettere o aspiri a diventare ingegnere, che tu sia un ripulito o uno sfattone, 3 sono le grandi verità attraverso le quali riconoscerai un fuorisede bolognese:

  1. tutte le matricole passano per il Moulin Rouge, il Soda Pops e ovviamente la celebre via crucis in Via Petroni dove almeno una volta si perde dignità e decoro;
  2. l’ascolanetto bolognese, senza una precisa ragione fono – linguistica, diventa possessore del dialetto locale in poco più di 24h
  3. la vita dell’universitario che ha scelto la città di Dalla e Guccini è costellata da un unico, immenso ed incommensurabile “luogo comune” contro cui dover combattere: “A BOLOGNA CI SI FANNO LE CANNE!”

Detto ciò, conosciamo le varie tipologie di ascolanetto in terra bolognese.

IL 50 SPECIAL: è un romantico radical chic, un po’ comunista col rolex, un po’ figlio di papà. Frequenta principalmente giurisprudenza, a volte ingegneria, ma non neghiamo di averlo trovato anche tra le fila di letterati e filosofi. In costoro risuona l’animo spensierato dei Lunapop tra un Just Wine al Qubò e un aperitivo al caffè Zamboni, ma è tra i negozi di Via dell’Indipendenza che la rivoluzione professata a pugno alzato si frantuma contro il muro del capitalismo. Menzione speciale per alcuni di questi studenti che si dilettano in fuitine in direzione Rimini e Riccione per andare a ballare, o i nostalgici del nostrano BB rifugiati al Numa.

IL PIAZZA GRANDE: a cavallo tra un clochard e uno studente, il Piazza Grande vede nel suo passaggio dalla provincia alla città, l’approdo al porto sicuro. Bologna è per questa tipologia di ascolanetto una grande mamma che lo ha accolto tra le sue braccia. Frequentemente squattrinato (per finta, a volte anche realmente!), lo si riconosce per il tabacco nella tasca posteriore dei pantaloni, un cane (di proprietà o in prestito), barbetta. Le domeniche di bivacco ai Giardini Margherita lasciano spazio a presidi fissi o mobili in Piazza Verdi tra il Piccolo e Sublime e le Scuderie.

IL BOLOGNA: nell’omonima canzone di Guccini c’è il racconto di una città così poliedrica da confondersi essa stessa nella propria identità. Questo è il Bologna! Una categoria anfibia, un ascolanetto che non rinnega la sua origine imborghesita ma contemporaneamente tenta di abbracciare, a tratti goffamente, la rivoluzione. Eccolo sotto casa di Dalla mentre scopre la sua anima più triste e poco dopo strisciare la carta sotto i portici; dall’Indie Pride al TPO alle cene all’osteria dell’Orsa, il Bologna lo trovi presente e puntuale alla lezione di diritto civile delle 8.30 dopo aver condotto da protagonista una serata al 38.

Appuntamento alla prossima settimana con l’Ascolanetto Fuori Sede – Ancona Edition.