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Il Fuorisede - Ascoli Edition

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Per festeggiare le lauree infermieristiche di Mercoledì, il Fuori Sede torna a casa con l'ultimo appuntamento della nostra rubrica!

IL FUORI SEDE – ASCOLI EDITION

Per quello che sarà l’ultimo articolo della rubrica “Ascolanetto fuori sede”, finalmente, si torna a casa. Per tanti che partono, infatti, ci sono molti che rimangono e, sebbene le scelte siano poche, l’ultima parola andava lasciata proprio a coloro che decidono di vivere i loro anni universitari tra Piazza Arringo e Piazza del Popolo.

Come vede uno studente italiano la città delle cento torri? Non siamo ipocriti: Ascoli, nella maggior parte dei casi, non si sceglie, ma tra graduatorie, scalate e ripescaggi, nel piceno si finisce per pura volontà della sorte.

I fuori sede trapiantati in terra nostrana, a volte, non conoscono l’esistenza della nostra cittadina né tantomeno ciò che può offrire, se non le tanto care amate olive per un’ovvia omonimia.

Una volta giunti (impresa non da poco conto data la più volte citata assente stazione ferroviaria), che sia infermieristica o architettura, lo Straniero (per praticità adotteremo questo soprannome) dovrà compiere una prima scelta fondamentale nel cercare casa: centro o periferia. In una città poco funzionale a livello di mezzi pubblici, decidere se voler tentare il destino con l’unico pullman che alle 6.20 ti fa raggiungere l’ospedale da Piazza Simonetti o recludersi a Monticelli senza possibilità di socializzare all’aria aperta dopo le 21.16 diventa una questione di sopravvivenza pura. Senza contare i casi di poveri studenti tirocinanti costretti a gettarsi nella roulette dell’autostop per tornare nella propria dimora ad orari accettabili o coloro che scelgono di muoversi in bicicletta col rischio di trovarsi a piedi.

Superata questa prima empasse, ci si trasferisce e, con una simbiotica unione, il fuori sede viene amato e coccolato dall’ascolano studente autoctono che, per combattere il tedio quotidiano, si trasforma in un provetto Cicerone. In mancanza di un ufficiale comitato di accoglienza universitaria, l’ascolano DOC si sente in dovere di accompagnare il novizio nelle prime serate tra Merli (vero simbolo di trasgressione), Centrale, BackStage; entro il primo anno è d’obbligo la trasferta in curva Sud per farsi inondare dall’amore per il magico picchio, oltre al comprendere a quale sestiere si appartiene a seconda della rua in cui si abita.

Così tra piconi, frappe, fritto misto e anisetta, lo Straniero si lascia coinvolgere, ammaliare, sorprendere, dimenticandosi a volte le difficoltà che gli si pongono davanti.

Altro evento è il Carnevale: uscire e trovarsi assaliti dalle macchiette, dai colori, dallo spirito carnascialesco che per 6 giorni cancella dissidi e contrasti, spinge lo Straniero a tornare a casa, indossare un qualsiasi costume e gettarsi nella mischia.

Tutto ciò porta ad una immancabile conclusione: per quanto l’ascolano viva in un perenne Odi et Amo con la sua città, farà sempre di tutto per far innamorare uno straniero delle mille tradizioni sulle quali sono impastate le pietre di travertino. E se è dunque vero che spesso ci si chiuda troppo dietro Quintana e Ascoli Calcio, è nella conoscenza con lo Straniero che l’ascolano recupera l’amore per l’arte, il teatro, la musica e tutte quelle suppellettili attività che, volente o nolente, lo legano incommensurabilmente alla propria città.