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comunicato stampa
Trend 2018 dell'export manifatturiero. Saldo positivo per le MPI sulla Via della Seta: crescono le esportazioni in Cina

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Secondo quanto emerso dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, nel 2018 le esportazioni dei settori manifatturieri a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (MPI) delle Marche sono diminuite dell’1,7% rispetto al 2017 (pari a 73,3 milioni di euro), dinamica in controtendenza rispetto al +2,5% della media nazionale e al +1,0% dello scorso anno, ma comunque in linea al calo dell’export manifatturiero della nostra regione (-1,6%).

Questa diminuzione è imputabile all’andamento negativo degli Articoli in pelle e simili (escluso abbigliamento) che segna il -5,7%; in calo anche il settore Mobili (-2,2%), che invertono la tendenza del 2017 (+1,8%), e i Prodotti delle altre industrie manifatturiere con il -1,6%.

I settori invece le cui esportazioni registrano segno positivo sono quelli dell’Alimentare con il +7,3%, Tessile (+6,9%) che inverte la dinamica del 2017 (-4,3%), Legno e prodotti in legno con il +3,2%, Articoli di abbigliamento con il +3,1% in controtendenza rispetto al 2017 (-2,1%) e Prodotti in metallo, in attenuazione al confronto con il 2017 (+5,9%).

A livello provinciale, l’export di MPI cresce solo ad Ancona con il +3,6%, in rallentamento rispetto al +5,2% del 2017. In diminuzione Macerata con il -1,0% (era -3,0% nel 2017), Ascoli Piceno con il -1,3% (-1,3% nel 2017), Fermo con il -7,1% e Pesaro-Urbino con il -1,8% (era +3,6% nel 2017).

Se consideriamo i principali mercati di destinazione delle esportazioni manifatturiere marchigiane dei comparti a maggiore concentrazione di MPI, il dato che spicca è sicuramente quello relativo all’intensa crescita in Svizzera che segna il +7,6% pari a 19,3 milioni di euro in più, di cui il 44,2%, determinata dagli Articoli in pelle e simili (escluso abbigliamento) e il +7,1% dell’Albania, pari a 7,4 milioni di euro in più (+9,1% nel 2017).

Segnali positivi anche dalla Germania con il +4,8% pari a 21,6 milioni di euro in più (di cui il 43,8% determinato da Articoli in pelle), Spagna con il +3,9% pari a +5,9 milioni di euro, Francia con il +3,1% (pari a +15,8 milioni di euro), Hong Kong con il +2,5%, pari a 2,6 milioni di euro, e Stati Uniti con il +2,0% (+7,1 milioni di euro).

Diminuiscono invece le vendite in Russia con il -12,2%, pari a -34,1 milioni di euro, interamente imputabile al comparto degli Articoli in pelle (-34,6 milioni di euro) e nel Regno Unito con il - 8,5%, pari a 19,3 milioni di euro in meno, per il 72,6% rappresentati dalla diminuzione di export diArticoli in pelle. In diminuzione anche Romania con il -7,0%, Turchia con il -4,2%, Paesi Bassi con il -4,0%, Belgio con il -0,9% e Polonia e Cina entrambe con il -1,5%.

A livello nazionale il 19,8% dell’export manifatturiero proviene proprio da MPI, ovvero imprese con meno di cinquanta addetti: Macchinari ed apparecchiature (36,1%), Articoli in pelle (32,8%), Altre industrie manifatturiere, comprendenti Gioielleria e occhialeria (32,1%), Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchiature elettromedicali, di misurazione e orologi (27,5%), apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche (27,0%), Confezione di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle e pelliccia e Industrie tessili (entrambe con il 26,2%).

Nel 2018 l’export dei settori di MPI è cresciuto del 2,5% e tra i primi trenta mercati, nei quali si concentra l’85,8% dell'export, si registra una crescita a doppia cifra per Corea del Sud (+11,2%), Svizzera (+10,9%) e Cina (+10,8%).

Ed è proprio la Cina, protagonista del recente accordo governativo con il nostro Paese, ad essere uno dei mercati più attivi per le esportazioni nei settori di MPI a fronte invece di un calo del 6,9% degli altri settori. I settori di MPI più dinamici sono Abbigliamento (+37,1%), Pelle (+8,4%, al cui interno le Calzature segnano un +16,8%), Tessile (+5,6%) e Mobili (+5,1%). In salita anche Prodotti delle altre industrie manifatturiere (+3,2%).

“La Via della Seta è un accordo che valutiamo positivamente – afferma Giorgio Menichelli, Segretario generale di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo. Se in generale il saldo commerciale tra l’export di beni in Cina, che ammonta a 13.169 milioni di euro a fronte di un import di 30.780 milioni di euro, è in peggioramento di 2.640 milioni di euro, dobbiamo però sottolineare che allo stesso tempo quello nei settori di MPI migliora di 324 milioni di euro. Ed è questo trend positivo che ci fa ben sperare, proprio perché la base del tessuto imprenditoriale del nostro territorio è costituita da micro e piccole imprese, che potranno quindi sfruttare l’andamento positivo delle esportazioni ed aumentare il peso del made in Italy sui mercati cinesi, sfruttando le agevolazioni previste dall’accordo”.


da Confartigianato Imprese Macerata