comunicato stampa
Sae, Arrigoni: "Morgoni e Ceriscioli rifilano l'ennesima bufala ai terremotati"

"La facciano finita con il loro indegno scaricabarile: questo Governo ha, ancora una volta, rimediato ai danni fatti dal PD. Altro che mancanza di certezze per i Comuni: con la legge di bilancio 2018, approvata a dicembre 2017, il Governo Gentiloni aveva stabilito la cessione della proprietà delle strutture di emergenza proprio ai comuni senza preoccuparsi di come gli stessi avrebbero coperto i costi per gestione e manutenzione. Con la norma nel "Crescita" almeno rispondiamo all'esigenza della manutenzione ordinaria e straordinaria di molte SAE, che visti gli scarsi controlli nell'installazione cadono a pezzi: i comuni - che non ne diventano proprietari - avranno il compito fino al termine dello stato di emergenza di pensare alla manutenzione, ma non con risorse proprie ma utilizzando quelle statali stanziate”.
Cresce l’irritazione del senatore Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche, difronte all’ennesima provocazione dei due politici marchigiani. “Ceriscioli la smetta di fare quello che, se c’era, dormiva visto che è il Vice Commissario alla ricostruzione fin dalla prima scossa – continua Arrigoni – Si guardi allo specchio quando parla di assenza del Governo: che ha fatto Ceriscioli il fenomeno in tre anni visto che SAE, macerie e ricostruzione privata fanno capo alle regioni? Per quanto ancora continuerà a fare campagna elettorale anziché fare il suo dovere di presidente dei marchigiani terremotati?”.
Secondo quanto stabilito dal DL 189/2016 è infatti la Protezione Civile direttamente e attraverso le regioni a gestire la fase dell’emergenza che il Governo attuale ha prolungato fino al 31 dicembre 2019 per gli evidenti ritardi accumulati. “Invece di aggiungere carne avariata dei fuochi di paglia del loro PD, Ceriscioli e Morgoni facciano una volta per tutte quello a cui sono chiamati: rappresentare fattivamente i cittadini, non la corporazione del politico di professione per cui cinque righe in cronaca rischiano di trasformarsi in ben più di cinque minuti di vergogna”.

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