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La nuova Violetta è transgender: ‘La Traviata’ censurata per le scuole, ma non a Fano

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Il giovane regista l’ha voluta trasformare in un personaggio trangender, e a questo a qualcuno non è andato giù. Alle amministrazioni comunali di Ascoli e Fermo, per esempio, che hanno fatto in modo che l’allestimento de ‘La Traviata’ di Giuseppe Verdi firmato dal 30enne Luca Baracchini non venisse mostrato in quel modo agli studenti delle scuole. Fano, invece, ha scelto la via opposta non imponendo alcun divieto.

Giovedì pomeriggio alle 17, al Teatro della Fortuna, i ragazzi e le ragazze degli istituti fanesi potranno infatti assistere alla versione integrale dell’opera (poi proposta al pubblico sabato alle 20 30), mentre nelle altre città – tutte parte della Fondazione rete lirica delle Marche – i giovani si dovranno accontentare di un’anteprima soltanto concertistica. Per i fanesi si tratterà dunque di una sorta di esclusiva regionale, per via di una decisione presa dall’alto che impedirà ai colleghi ascolani e fermani di godere della versione pensata da Baracchini, che così tanto successo ha già riscosso in Lombardia dove la sua Traviata è già stata rappresentata.

“Il team creativo – si legge in una nota -, vincitore del concorso che ha visto oltre sessanta candidature, ha pensato a una tragedia dell’intimità che ha al centro una protagonista incapace, lei per prima, di accettare se stessa e la sua storia. Nel passato di Violetta c’è una scelta di genere, un atto di auto-determinazione che ha portato con sé anche il senso di colpa per la propria doppia natura, interiorizzazione del giudizio esterno e della sua paura. La vittima arriva a comprendere e infine condividere il pregiudizio che l’accompagna: in quanto transessuale, splendida e persa ‘in un popoloso deserto’, non c’è che il sesso e il suo mercato. Alla complessità psicologica della protagonista si contrappone la superficiale inesperienza di Alfredo, un giovane benestante e senza pensieri. Questa coppia così stranamente assortita si muove in un mondo conformista e anonimo, ben più interessato alla bizzarria della vicenda che alla reale sorte dei diretti interessati”.

La scelta del regista è stata dunque quella di andare oltre la già nota storia di Violetta e Alfredo. “Se c’è, in fondo, qualcosa di noto e rassicurante in quest’opera – ha detto - è perché, dopo centosettant’anni di gloriosa rappresentazione la storia d'amore complicata fra una prostituta e un giovane di buona famiglia è diventata un topos narrativo popolare, comune nella cultura di massa ben oltre la lirica. Per conto mio, sono intimamente convinto che la lunga e assidua frequentazione ci abbia assuefatti a Traviata, e forse non devo scusami se tutto quel che porteremo in scena sarà fatto nel tentativo di rendere le poltrone del teatro un po’ meno confortevoli. Vorrei che smettessimo di accontentarci di un epilogo retorico e moralmente accomodante, in cui una ‘Maddalena’ redenta ascende al cielo come una pudica vergine. Se Traviata è viva, oggi come centosettant’anni fa, chi vi assiste deve provare la contraddizione fra un pregiudizio che l’accompagna e un racconto che lo mette a nudo, davanti all’essere umano”.

Seguono alcune immagini.

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