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Dopo aver accennato alle condizioni di degrado indicibile in cui versa l’antico Chiostro del Convento dei Carmelitani dove gli affreschi forse realizzati da un pittore fiammingo risultano coperti nella interezza da una compatta ed impenetrabile nera fuliggine che non consente di scorgere un solo angolo delle primitiva probabile bellezza dell’opera, bisogna purtroppo ora parlare della Chiesa di Santa Maria del Carmine, che pur utilizzata dalla Curia risulta compresa tra i beni di proprietà del Comune. Qui le condizioni degli affreschi che un tempo esaltavano la bellezza delle tempio, non versano certamente in condizioni migliori ma addirittura corrono il rischio della loro definitiva scomparsa.


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Spiace constatare come in alcune zone della città il livello di degrado appaia particolarmente elevato e, forse, insopportabile . Una di queste zone si trova a poca distanza dall’edificio della Cassa di Risparmio proprio nel centrale Corso Mazzini.


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È veramente triste constatare la condizione di degrado ed abbandono in cui continua a versare l’antico Convento di San Domenico, che nel corso dei secoli ha dato lustro alla città.


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In attesa del completamento dei lavori per la realizzazione del Parco Fluviale del Tronto e dell’avvio di quelli per la creazione di un vero e proprio Parco Urbano nell’area dell’Ex Carbon, rimane, come rifugio verde per la numerosa Comunità del Quartiere di Porta Maggiore, solo il piccolo prezioso Parco Giardino di Via Vittorio Emanuele Orlando nei pressi di Piazza Immacolata.



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Un tempo la Valle del Tronto da Ascoli sino al lidi del mare rappresentava una vera e propria Arcadia dove ferveva l’attività agricola e spendeva una lussureggiante vegetazione. In cima alle colline si susseguivano borghi incantati e a mezza costa le numerose ville nobiliari picene circondate da estesi parchi.